Bormio e l’Alta Valtellina in mountain bike

Bormio e l’Alta Valtellina in mountain bike

L’Alta Valtellina immersa nel Parco Nazionale dello Stelvio, è il luogo ideale per chi vuole vivere una vacanza davvero in maniera “attiva” dove una natura generosa offre spunti e occasioni per cimentarsi nel proprio sport preferito.

Il Parco Nazionale dello Stelvio si estende su una superficie di oltre 134.000 ettari, nel cuore delle Alpi Centrali; custode di un indiscusso patrimonio ambientale, offre un mosaico di aree incontaminate alternate a zone plasmate dalla millenaria presenza dell’uomo. Entro i suoi confini si possono ammirare ampie distese boschive, aree coltivate, masi di montagna abitati tutto l’anno, villaggi e paesi. Il territorio protetto confina a Nord con il Parco Nazionale Svizzero, a Sud con il Parco Regionale dell’Adamello, verso Est si estende il Parco Naturale di Tessa, mentre a Ovest è prossima l’istituzione del parco regionale lombardo di Livigno e della Valdidentro. Epiche ed eroiche battaglie si sono combattute sulla linea di confine. Guerra Bianca, questa è la definizione coniata in virtù delle altitudini in cui si sono fronteggiati gli schieramenti di Austria e Italia durante la Prima Guerra Mondiale.


Ed è proprio sulle vecchie strade militari a servizio delle linee di difesa, e sulle strade agro-pastorali che collegano gli alpeggi, che si snoda il tour proposto, andando alla scoperta di valli e angoli incontaminati di rara bellezza.

“Gambe in spalla”, si parte!

E allora pronti, a immergerci in questo ambiente con la nostra mountain-bike. Il punto di partenza è fissato in corrispondenza di Bormio Terme (1.215 m) e incominciamo subito a salire percorrendo questo primo tratto lungo la S.S.38 dello Stelvio; i lavori ebbero inizio nel 1820, su progetto di Carlo Donegani e lo scopo principale era di rendere più agevoli gli scambi con il Tirolo. Le attività per realizzare quella che sarebbe divenuta una delle meraviglie delle Alpi si compì in soli 5 anni, e risale la valle del Braulio sino a raggiungere l’omonimo Passo posto a 2.758 m.

Percorriamo i primi 4,7 km della epica salita, alla nostra sinistra si stacca la strada sterrata che con una rapida depressione ci fa raggiungere l’area pic-nic di Boscopiano (1.480 m). Oltrepassato il ponte di legno sul fiume Braulio che scende impetuoso e gorgogliante, inizia la splendida risalita lungo la Valle di Fraéle. La larga mulattiera si addentra nel fitto bosco di abeti, il fondo è compatto e sale con pendenza regolare lungo le pendici del Monte Scale sino a giungere in località Grasso di Solena, prima, e la Chiesetta di Cancano, poi (1.950 m 10,2 km).

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Una breve discesa ci porta a percorrere la diga di S. Giacomo (anno 1933) la prima delle due dighe che formano i bacini idrici artificiali contigui, di proprietà della AEM S.p.A. Questi due invasi sono alimentati, nel complesso, dalle acque del fiume Adda, che nasce non lontano dai due bacini sul Monte Ferro nonché dalle portate del canale dello Spöl, del canale Gavia – Forni – Braulio e del nuovo canale Viola Bormina. Risalita la strada di servizio si piega a destra e si procede in direzione del successivo Lago di San Giacomo di Fraèle (1949 m), formatosi in un secondo momento grazie a un’ulteriore sbarramento realizzato nel 1953.
lago bormio

Sebbene questa parte di percorso non riservi difficoltà e la sede stradale è sufficientemente ampia, si ricorda che questa porzione dell’itinerario è aperto al traffico veicolare e di non meno importanza, non sono presenti parapetti di protezione a valle. Percorsi questo segmento di circa 4 km a un bivio, si svolta a sinistra e si inizia a risalire la Val Pettini. Il fondovalle ci regala verdeggianti pascoli, prati fioriti e splendidi e caratteristici Teàt in legno. Ma ben presto il paesaggio alpino muta completamente e superato uno stretto ponticello in legno si aprono innanzi ardui fronti di roccia, la mulattiera risale il costone costeggiando profondi voragini scavate nelle pareti ….qui sono ben visibili i segni delle forze erosive e dal lento ma inesauribile trascorrere del tempo. In più punti le pendenze superano il 30%, ma la nostra fatica verrà appagata una volta raggiunto il valico dove si apre la piana di Trela con la sua Malga (2.170 m) oggi sede di un semplice e simpatico ristoro dove si possono degustare polenta e salsicce (18 km)
sella di Val Pettini

Lasciata alla nostra destra la Malga, affrontiamo l’ultimo tratto impegnativo del tour, risalendo attraverso la ben visibile traccia nel pascolo e giungendo non senza fatica, alle Bocchette di Trela (2.349 m) suggestiva e caratteristica sella che domina l’ampia prateria dell’alpe Trela. Qui i panorami spaziano a 360° sulle vette alpine, regalandoci grandi emozioni e riempiendoci di gioia ripagando dello sforzo compiuto sin d’ora; il posto d’onore va senz’altro alla Cima Piazzi e al suo ghiacciaio che con i suoi 3.439 m si erge maestosa dinanzi a noi (19,5 km).  Il sentiero scende verso sud attraverso un ripido pendio erboso e supera un tratto più scosceso nel quale occorre prestare la massima attenzione. Una valletta conduce in breve all’alpeggio di Vezzòla , ove giunge da valle una carrareccia. Il fondo compatto in ottime condizioni e l’ampia visuale, invita a lasciar correre la nostra bike verso il fondovalle.
discesa Val Vezzola

Oltrepassata la piana di Vezzòla con le sue splendide baite (2.091 m) si continua la discesa e si costeggia una serie di prati e pascoli sino all’incrocio con la cosiddetta ‘’Decauville’’ (26 km).Il nome di questa passeggiata, non certo tipico della zona, è dovuto a Paul Decauville, francese inventore di una ferrovia leggera a un solo binario. Questo tipo di ferrovia che prese il suo nome, essendo facilmente smontabile, venne costruita lungo questa strada negli anni 60 per trasportare il materiale proveniente dalle dighe di Cancano fino ad Arnoga. Si svolta a sinistra e pedaliamo questo tratto completamente pianeggiante godendo della vasta panoramica, dalla Valdidentro che si trova proprio sotto di essa, alla conca di Bormio fino alla Valfurva.

Dopo circa 4 km incrociamo la carrozzabile che porta in valle di Fraèle dove all’imbocco sorgono le antiche Torri di Fraele (1930 m). Rimangono ora visibili solo i ruderi di quelle Torri che erano le sentinelle a protezione del Passo di Fraele (o Passo delle Scale) anche se una recente ristrutturazione ha permesso di ricostruire parte della torre occidentale alla quale è possibile accedere da un apertura al piano terra.
torri bormio

Ora ripercorriamo questo ultimo tratto e proseguiamo verso valle sino a pervenire nell’abitato di Premadio; oltrepassiamo il centro in direzione della vallata, superiamo uno stretto ponte e facciamo rotta verso Bormio. Lungo il ritorno suggeriamo una visita alla chiesa di San Gallo risalente al 1243 dove è possibile ammirare affreschi di notevole fattura e il prezioso Crocefisso ligneo. Perveniamo così a conclusione del nostro tour dopo 42 km, consci di aver pedalato solamente uno degli innumerevoli itinerari possibili che il Bormiense offre, non ci resta che concederci una sosta ritemprante in uno dei numerosi locali brindando a un arrivederci…

Dettagli escursione:
Punto di partenza : Bormio1.215 m
Grado di difficoltà : impegnativo
Parcheggio consigliato : nel piazzale di fronte al Municipio
Altitudine max. raggiunta : 2.349 m
Pendenza max. salita : 32%
Pendenza max. discesa : 25%
Ciclabilità : 98% cross- country montano/alpino
Fondo stradale : asfalto 25% carrareccia 60% sentiero e mulattiera 15%
Distanza : 42 km
Durata : 5 ore
Periodo consigliato : da Giugno a metà Ottobre
Cartina Kompass : 96

Articolo Scritto da Sergio Carobbio della rivista PREALPI Una Montagna di Sport. Scopri i nuovi itinerari consultando gratuitamente la versione multimediale PREALPI iEdition, disponibile per pc, tablet ed iPad.

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